Devo essere sincero è stato un colpo quando ho saputo dell'incendio che ha consumato il tetto della vecchia Pretura. L'avevo frequentata molto nel passato partecipando alle attività di una delle associazioni che storicamente là risiedevano, e tuttora conosco più di un amico fra alcune “nuove nate”...
D'altra parte il paradosso vuole che, pur abitando a Saronno, abbia saputo su Internet dell'avvenuto rogo e successivamente abbia avuto modo di ascoltare in “giro” tutti i malumori e le recriminazioni che ne sono seguite.
Malumori che in fondo nascono da una triste realtà: l'accorgersi che un edificio, riscoperto come simbolo di Saronno, abbia dovuto rischiare di scomparire fra le fiamme prima che ci si decidesse ad iniziarne i lavori di recupero.
Sono infatti conosciuti a tutti i continui ritardi nell'inizio dei lavori, più di un frequentatore dello stabile ha potuto riportare del cattivo stato dell'edificio e in particolare del suo tetto... eppure la situazione è rimasta lungamente in stallo, anche a causa dei problemi nell'assegnare spazi sostitutivi alle associazioni che lì risiedevano.
Se da una parte è pur vero che è stato l'incendio a ridurre l'edificio allo stato attuale, è anche vero che i lavori di recupero avrebbero probabilmente eliminato parte delle cause di un simile scempio:
“E' appunto questo il quesito che deciderà probabilmente le sorti dell'edificio:
Deve essere il Comune a risolvere una situazione causata in buona misura dai troppi ritardi e rinvii nel piano di restauro o dovranno essere i Cittadini a pensarci?”
Al prossimo DISSERVIZIO.
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